9.7.07

Technè e immigrazione

Immigrazione come fattore negativo nel progresso tecnologico e politico.

Non è chiaro cosa si intenda quando si dice che l'immigrazione è un vantaggio per l'occidente. In termini immediati, essa può costituire un mero risparmio o un minimo guadagno, ma a lungo andare i vantaggi vengono drammaticamente superati dai danni a lungo termine provocati da una politica miope e vagamente neo-luddista.

La mano d'opera sottopagata, più conveniente nell'immediato, impedisce la piena introduzione della produzione automatizzata, con tutto ciò che ne consegue per la ricerca nel campo della tecnologia, in particolare in quello dell'intelligenza artificiale. In questo modo si protrae indefinitamente il definitivo affermarsi della società post-industriale.

Questo comporta molti svantaggi: impoverimento o stagnazione tecnologica occidentale, con conseguente riduzione del gap tecnologico tra l'occidente e le dittature dei paesi arretrati, che hanno buon gioco nel rincorrere il nostro status quo senza la fatica del progresso (si veda a tal proposito quanto scrive Raymond Aron sui "vantaggi dell'arretratezza"). Altro svantaggio è la persistenza del modello industriale e delle sue debolezze. Debolezze su cui i movimenti antisistemici, naturali alleati delle dittature terzomondiste, fanno leva e raccolgono consenso. In altre parole, finchè ci saranno cinesi che lavorano per 14 ore al giorno per 1€ l'ora, continueranno a esserci industrie che fanno largo uso di mano d'opera umana, manodopera naturalmente sottopagata e sottoistruita, che alimenta sindacati-serbatoi di voti per partiti antisistemici (con i sindacati stessi ad agire come movimenti antisistemici) i quali, in cambio, promettono improbabili "paradisi terrestri", e che, scientemente o no, sostengono dittature terzomondiste e religiose. Dittature che, in cambio, alimentano lo status quo con successive ondate migratorie. Inoltre le masse sottoistruite e perciò molto religiose, provenienti dal terzo mondo, finiscono per ghettizzarsi e radicalizzarsi, diventando "carne da cannone" per questa o per quella chiesa, coinvolgendo nella loro radicalizzazione anche coloro che, più istruiti, potrebbero essere invece ad un tempo antidoto e cura alla radicalizzazione.

Facendo leva su presunte colpe dell'occidente e con la prepotenza che è tipica dei sottoistruiti, impongono ai movimenti e partiti antisistemici una sorta di "intoccabilità" e di alterazione localizzata dei principi di diritto. Così si finisce per tollerare in qualche modo le leggi e le scuole religiose, il cui scopo è il perpetuare della sottoistruzione e della fedeltà assoluta a valori prodotti dalla superstizione. Va da se che la fedeltà assoluta sia poi anche nei confronti del leader religiosi.
Il ricatto di un malinteso multiculturalismo finisce così per essere più dannoso delle presunte colpe di un colonialismo che esiste solo nella mitologia dei movimenti e dei partiti antisistemici.
Così anche i partiti e i movimenti antisistemici che sono in un certo modo favorevoli al progresso scientifico e tecnologico, si trovano ad essere essi stessi complici nell'affermazione e nella diffusione della cultura della sottoistruzione, della superstizione e del fanatismo religioso.

Naturalmente i movimenti e partiti antisistemici sono (neanche tanto) velatamente neo-luddisti, per meri interessi - peraltro a molto breve termine - di bottega (leggi: ritorno elettorale), e finiscono per formare una "empia alleanza" con i bio-luddisti religiosi che, in quanto religiosi, sono il prodotto della stessa matrice ideologica di molte dittature terzomondiste. A questo punto le forze in campo nella guerra contro la modernità, benchè facciano di tutto per far notare - pubblicamente - il loro guardarsi in cagnesco, finiscono in realtà per saldarsi, fino a perdere una qualsivoglia forma di chiara delimitazione.

Tirando le somme otteniamo molteplici fattori negativi: radicalizzazione del confronto tra realtà religiose, con conseguente focalizzazione dell'attenzione della politica e dell'opinione pubblica su temi neo- e bio-luddisti; compromissione della ricerca tecnologica e scientifica, sia per la temporanea scarsa utilità, sia per il rafforzarsi delle spinte neo- e bio-luddiste; creazione di vere e proprie "teste di ponte" di fondamentalismo religioso, sia indigeno che importato, con conseguente capacità di ricatto politico e inquinamento e indebolimento della società e delle istituzioni politche;

La conseguenza è che il progresso scientifico e tecnologico, finisce per essere zavorrato dal peso di manodopere ormai pressochè inutili e di politiche - scientemente o no - complici.
I risultati sono l'impoverimento e la stagnazione tecnologica e evoluzionistica dell'occidente. E la sua conseguente vulnerabilità - sociale, politica finanche militare - nei confronti delle dittature terzomondiste, i cui scopi sono tutt'altro che oscuri.

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