9.10.07

L'amaro in bocca.

Mario Renato Capecchi vince il premio nobel per la medicina. Fa piacere sapere che ad un italo-americano venga riconosciuta una tale onorificenza, chiamatelo "orgoglio patrio", se volete: forse è proprio così.Peccato che l'orgoglio patrio venga eclissato dalla semplice considerazione che in Italia il Nostro non avrebbe potuto fare nulla, bloccato da una legge degna di un branco di cavernicoli, succubi di stregoni con il sonaglio al piede e l'anello al naso.Si, signori: Mario Renato Capecchi ha vinto il nobel per le ricerche sulle staminali. Di topo, azzarderà qualcuno. Certo, ma si sa che il fine di certe ricerche è aprire la porta ad altre ricerche. Porte che da noi rimangono chiuse con i chiodi. Chiodi che l'intera società è costretta a sopportare nelle proprie carni, quando i malati chiedono cure migliori, quando si chiede di terminare la propria esistenza in dignità, quando i familiari di queste persone pagano con il loro dolore, con le loro vite distrutte una folle e disumana ideologia della vita a tutti i costi e della sofferenza come valore.Ancora una volta, per gli italiani vale il detto evangelico del "nemo propheta in patria". Ma chi vorrebbe essere profeta in una patria simile?

1 comment:

Anonymous said...

Purtroppo in Italia una garanzia di democratica delega delle competenze non esiste: temi come quelli di bioetica vengono spacciati banalmente come controparte di una campagna elettorale basata sulla simpatia agli elettori. E chi ne paga? la ricerca, la scienza, la cultura, l'arte.

saluti transumanisti....